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Le critiche limitano la passione

A volte criticare risulta meglio che curare, ma altre volte è forse meglio abbassare i toni e aprire il cuore a chi si ama. E voi non siete d’accordo?

Un rapporto sentimentale è fatto si pace e di amore, ma anche di litigi e di incomprensioni che lo rendono interessante e insolito.

Attenzione però a non esagerare con le dosi, perchè si rischia di compromettere un sentimento che sta per nascere o che ha già consolidato le sue fondamenta, ma che può essere disturbato dall’abitudine o dalle continue critiche.

Criticare può aiutare la coppia a comunicare le proprie incertezze e le proprie insicurezze, ma questo non vuol dire che bisogna prendersi la libertà di farlo quando e come si vuole, ma piuttosto che si deve fare molta attenzione nel rivolgersi a chi si ama e a chi si ha accanto.

Nel fare ciò, è utile comprendere che le altre persone sono sensibili come lo siete voi e anche loro sono capaci di provare emozioni contrastanti o hanno quegli stessi sbalzi di umore che li spingono a reagire dopo aver sopportato e subito le angherie altrui. In tal senso, occorre mantenere i nervi saldi ed affidarsi al buon senso per non esagerare e per tenere a freno l’emotività.

Spesso le critiche sorgono perché si vuole cambiare una persona in base ai propri ideali , senza comprendere che si dovrebbero accettare le differenze e imparare a crescere e a maturare. Questo serve a non limitare la comprensione nel rapporto e a permetterle di creare un terreno florido nel quale piantare la nuova relazione.

Accettando i pregi e i difetti se siete davvero consapevoli di continuare la relazione vi servirà ad alimentare un sentimento che non sarà compromesso da continue critiche e da ripetuti litigi, che nonostante possano essere costruttivi, a lungo andare stancano chi non ha la forza e la pazienza di andare avanti fino in fondo.

Il grado di sopportazione di un individuo cambia da soggetto a soggetto e per tale motivo si rischia di perdere chi si vuole bene solo per non fare un passo indietro e limitare la voglia di controbattere e di “dire la vostra” in ogni caso e ad ogni costo. Bisogna che la comunicazione giunga da tutte e due le parti e che non sia un monologo, ma un dialogo.

Il “dialogo” ammette due partecipanti e non solo uno!