In India la tradizione vuole che i genitori si mettano alla ricerca del partner ideale da poter far incontrare e sposare ai propri figli.
Facendo quindi fede a quanto scritto anche la signora Padma Iyer, da buona madre, ha pubblicato l’annuncio matrimoniale per il proprio figlio. Nulla di strano se non per un unico particolare: si tratta di un annuncio per delle nozze gay.
Padma scrive: “Cercasi sposo sui 25-40 anni, buona posizione, amante degli animali, vegetariano, per mio figlio (35 anni, 1.80) impiegato in una ong. Non importa la casta (preferenza per gli Iyer)”.
Fino ad oggi non si erano registrati altri casi simili, questo perché in India l’omosessualità è considerata un reato: il gesto di questa madre quindi è un grande atto rivoluzionarioe nel contempo d’amore nei confronti del proprio figlio, attivista e membro del LGBT di Mumbay.
Padma, come ogni genitore, si è preoccupata del futuro del proprio figlio, cosi come ha affermato lei stessa al giornale indiano Mid-Day: “Harrish – è questo è il nome del figlio – sta diventando vecchio ed ora che si trovi un partner prima che io lasci questo mondo”.
Se un annuncio del genere nel nostro Paese poteva passare inosservato, in India ha creato molto scalpore. Il matrimonio indiano infatti è totalmente diverso da quello nostro: prevede il rispetto delle diverse caste che compongono la società ed è un affare che coinvolge tutti i membri di una famiglia.
Nel frattempo però la signora Iyer si ritiene felice, dato che i primi pretendenti hanno iniziato a bussare alla porta di casa sua chiedendo la mano di suo figlio. Harrish però si è detto comunque soddisfatto perché anche se non dovesse trovare la propria metà della mela, tutta questa situazione si è dimostrata utile per puntare i riflettori sui pari diritti per gay, date le problematiche riscontrate con la pubblicazione dell’annuncio. Molti giornali infatti, come il Times of India e Hindustan Times, si sono rifiutati di pubblicare l’inserzione per paura di infrangere la legge.
Nel 2009 l’Alta corte di Delhi aveva cercato di abolire una legge coloniale vecchia 148 anni che vieta l’omosessualità, ma una nuova sentenza del 2013 della Corte suprema ha ribaltato nuovamente la situazione.
Quello che comunque emerge da questa storia è il grande amore di una madre per il proprio figlio per il quale è disposta ad infrangere ogni tabù e legge.
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