Essere qualcun altro, inventarsi una nuova identità. C’è chi per uscire dalla monotonia della propria vita, se ne inventa una nuova, perché si sa, quando ci si trova dall’altra parte dello schermo si può essere chiunque.
Il problema nasce quando la nostra persona, vera o finta che sia, viene considerata il simbolo di un movimento o di una rivolta, e allora forse diventa difficile sostenere una bugia. E’ quanto successo a Damasco: la blogger Amina Araf, la donna gay diventata simbolo della ribellione in Siria, per essere stata arrestata in seguito ad un allarme lanciato all’interno del suo blog, in realtà è un uomo americano di 40 anni della Georgia.
L’uomo, Tom MacMaster, con l’aiuto della moglie, ha finto per quattro mesi di essere la giovane ribelle, per la quale era nato anche un gruppo di sostegno su Facebook, per la sua liberazione. MacMaster ha confessato lui stesso con un post in cui scriveva “Scuse ai lettori”. Pochi giorni prima una donna americana si era riconosciuta nella foto, che l’uomo utilizzava per spacciarsi per Amina. Voi riuscireste ad essere qualcun altro che non corrisponda alla vostra vera identità fino a tal punto?