Iniziata come una delle più belle favole d’amore, si è conclusa senza il classico lieto fine: è finita la storia tra due giovani che hanno messo punto al loro matrimonio, dal quale hanno avuto dei figli, con il divorzio.
Lei che, per amore e per la famiglia, aveva appesa il suo camice d’estetista al chiodo, si trova adesso ad essere divorziata, disoccupata e senza l’assegno di mantenimento di cui aveva fatto richiesta.
Non è più così semplice ottenere infatti un assegno divorzile, sulla base di quanto deciso dalla Cassazione lo scorso 10 maggio con la sentenza numero 11504 che ha modificato i criteri per la sua quantificazione.
Così dopo il primo no del tribunale civile, che le ha riconosciuto solo l’assegno di mantenimento per i figli e no quello divorzile, la richiesta di ricorso della donna è stata rigettata. La Corte d’appello del Tribunale di Salerno ha negato infatti l’assegno alla 38enne stabilendo che «la sua condizione di disoccupata non è di per sé sufficiente in relazione alla sua capacità di lavoro anche in relazione all’età».
I giudici inoltre, hanno sottolineato che «Il matrimonio, dunque non può essere considerato la strada per una sistemazione definitiva, ed è soltanto un’unione di affetti, per cui ove cessano questi ultimi, si interrompono anche i legami patrimoniali. In quest’ottica chi richiede l’assegno divorzile, dovrà dimostrare di non essere in grado di potersi procurare, per ragioni che non dipendono dalla sua volontà, mezzi adeguati al raggiungimento dell’autonomia economica».