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Lavoro, la disoccupazione maschile incentiva la discriminazione femminile

Più le donne coprono ruoli dirigenziali, più ottengono ostilità da parte degli uomini che tendono a difendersi molestandole e sminuendole: lo conferma uno studio

Sembra inverosimile, ma oggi la disoccupazione maschile porta ad un aumento della discriminazione femminile.

In base a quanto dimostrato da uno studio condotto dall’EEOC (Equal Employment Opportunity Commission) e dal Bureau of Labor Statistics, tanto più gli uomini sono disoccupati o privi di mansioni di rilievo, tanto più le donne subiscono discriminazioni, e in alcuni casi anche molestie.

Come si spiega il tutto in poche parole? In pratica più l’uomo viene sdoganato dal suo ruolo tradizionale, più rigetta la sua frustrazione sulla donna che ricopre una carica maggiore o che comunque ha un lavoro: in questo caso la discriminazione diventa una sorta di rivincita.

L’indagine è stata condotta negli Stati Uniti dove sono stati considerati i dati raccolti nel corso di questi ultimi 20 anni e proveniente dall’EEOC, ente che si occupa di pari opportunità e raccoglie le denunce per discriminazioni, e dall’agenzia governativa americana per il lavoro. Da questi si è potuto osservare un netto aumento delle denunce per molestie e discriminazioni sul luogo di lavoro del 10% negli ultimi 20 anni.

Questo ha fatto emergere il dato di maggiore rilievo che ha fatto supporre questa nuova teoria: più aumenta l’impiego femminile, anche con ruoli dirigenziali, più gli uomini vedono le donne come una minaccia, che tendono a sminuire e ad umiliare per difendersi e riappropriarsi del proprio ruolo.

Sei a conoscenza di casi questo tipo?