Può un sms non inviato considerarsi un testamento valido?
In Australia si: è quanto stabilito dalla Corte suprema di Brisbane, in merito un uomo di 55 anni, suicidatosi nel 2016, che ha espresso le sue ultime volontà in un messaggio non inviato e rinvenuto all’interno della memoria del suo cellulare.
In quelle parole scritte il defunto disereda la moglie, di cui aveva scoperto una relazione extraconiugale, e il figlio, per lasciare tutto al fratello e al nipote: “Tu e il nipote tenetevi tutto quello che ho, la casa e la pensione, mettete le mie ceneri nel cortile sul retro. Lei prenderà solo le sue cose, è tornata dal suo ex, sono distrutto”.
Nel testo vengono riportate anche le coordinate bancarie e la dicitura “testamento”: elementi sufficienti a definire la linea ereditaria.
Lo afferma anche il giudice Susan Brown: “la natura informale del messaggio non toglie che questo basti a rappresentare le intenzioni testamentarie del defunto“.
La moglie dal suo canto, potrà comunque fare ricorso, così come previsto dal diritto di famiglia, in modo da provare ad avere almeno la proprietà della casa coniugale.