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Cassazione condanna marito che navigava su siti di incontri

Un uomo coniugato è stato condannato dalla Cassazione per aver navigato su un sito di incontri: per i giudici si tratta di una violazione dell’obbligo di fedeltà

Navigare in un sito di incontri quando si è sposati, equivale ad un atto di infedeltà anche se non viene consumato un atto sessuale vero e proprio: è quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, che nei giorni scorsi ha dato ragione ad una moglie, che ha abbandonato il tetto coniugale, dopo aver scoperto il proprio lui intendo a cercare una nuova compagnia femminile sul web.

Per i giudici della Suprema Corte, che hanno respinto il ricorso del marito che a sua volta voleva addebitare la causa della separazione alla moglie per violazione dell’obbligo di coabitazione, non ci sono dubbi: si tratta di una circostanza “oggettivamente idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi e a provocare l’insorgere della crisi matrimoniale all’origine della separazione”.

La sentenza va così a confermare il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Bologna che nel 2014 ha equiparato la navigazione e l’utilizzo di un siti d’incontri se coniugati alla violazione dell’obbligo di fedeltà.