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Dalla chat alla realtà: cosa chiedere e no al primo appuntamento

Ci sono domande utili ad approfondire una conoscenza nel corso di un primo incontro, altre invece che possono portane subito alla conclusione di un appuntamento

Il primo appuntamento mette sempre un po’ d’ansia per vari aspetti: si ha paura di deludere l’altro, che l’altra persona non sia come ci si aspetta, e si temono i momenti di silenzio perché non si hanno argomenti di cui parlare o ancora peggio di fare delle domande sbagliate e rovinare tutto.

Vediamo insieme quali sono i quesiti che si possono fare e quali invece sarebbe opportuno evitare al primo appuntamento. Partiamo con quelli da fare:

Sapere cosa cerca in una relazione. Questo permetterà ad entrambi di giocare a carte scoperte e di essere chiari fin dal principio onde evitare di creare eventuali equivoci.

– Domandare cosa c’è di lui che dovresti sapere e che non ti ha detto. È un bel modo per conoscersi meglio e stanare possibili scheletri nell’armadio che è sempre meglio scoprire prima.

– Chiedere se le sue aspettative su di te siano state soddisfatte. È necessario per capire che idea l’altro si è fatto di te: questo potrebbe essere utile anche per eventuali incontri futuri.

Constatare se ha voglia di rivederti ancora. Meglio togliersi il dente subito che restare con l’illusione che l’appuntamento sia andato bene e sperare in un prossimo. Ma cosa più importante sia ha la possibilità di avere uno scambio di opinioni che può tornare sempre utile un domani.

Cosa non domandare:

Quanto guadagna. Così passerai per una persona che pensa solo ai soldi e soprattutto materialista.

Matrimonio e figli. A meno che non sia stato l’altro ad uscire l’argomento evitalo al primo appuntamento, perché così darai l’impressione di correre troppo e potresti spaventare chi hai di fronte che ancora conosce poco di te.

Chiarimenti sul suo status sentimentale. Chiedere se una persona è single o meno può essere visto sia in lato positivo che negativo: ognuno ha le sue motivazioni che magari non sempre vuole esprimere. Ma in fin dei conti anche tu lo sei, quindi perché chiederlo agli altri?