L’arrabbiatura è una sensazione che molto spesso si prova in tantissime circostanze quotidiane: nel lavoro, con i figli, con moglie, marito o compagno, ma anche con i genitori e con gli amici.
I fattori scatenanti sono i più svariati e non possono certo essere immaginati tutti. Infatti, molto spesso ci si trova in circostanze inaspettate che determinano un sentimento di rabbia nei confronti del nostro interlocutore o della situazione stessa.
Talvolta basta una parola di troppo, un gesto involontario che ci indispone e ci smuove un moto rabbioso.
Lisa Feldman Barrett, studiosa di psicologia delle emozioni, evidenzia come, molto spesso la tristezza, la rabbia e la paura tendano ad essere confuse tra loro e siano semplicemente dei sinonimi utilizzati in maniera inappropriata per evidenziare uno stato di malessere, talvolta profondo. Si tratta di una confusione che si origina nel nostro cervello, che non riesce a distinguere adeguatamente lo stato di malessere e, per questo motivo, diventa incapace di gestire ed affrontare la situazione e la sensazione.
Uno studio della Northeastern University evidenzia come la sensibilità a classificare correttamente le emozioni, la rabbia in primis, consenta una migliore gestione del sentimento provato. Le esperienze passate, e l’approfondita analisi di queste, consente al cervello di catalogare adeguatamente i sentimenti riuscendo a decifrarli con maggiore facilità. Il paragone più immediato può essere fatto con la sensazione di buco allo stomaco che può essere riconducibile a molteplici ragioni: fame, paura, ansia, indisposizione.
Sempre secondo la Barrett, esponendoci a situazioni nuove in grado di procurare sensazioni diverse rispetto a quelle provate abitualmente, si potrà aiutare il cervello nella catalogazione delle emozioni e nella corretta gestione delle stesse.
Nel caso della rabbia, riconoscere e direzionarla in maniera consona permette di evitare spiacevoli situazioni di conflitto e un dispendio di energia ingente a livello emotivo e psicologico. A tal proposito la rabbia potrebbe essere ricondotta ad un sentimento di insoddisfazione, di paura, di tormento.
Ad esempio, essere arrabbiati perché il nostro lavoro non è quello che avremmo desiderato può essere riconducibile ad uno stato di insoddisfazione, che una volta riconosciuto può essere scandagliato adeguatamente, fino a direzionare le energie verso la ricerca di una nuova occupazione, piuttosto che accanirsi in una lamentela continua.
Essere arrabbiati perché il nostro partner ci dedica meno tempo del solito, potrebbe essere ricollegato alla paura di perderlo e di restare soli.
Imparare a conoscere le emozioni, allargando il naturale bagaglio delle stesse, attraverso nuove esperienze, può rivelarsi un’ottima palestra per riuscire a direzionare meglio le nostre sensazioni.
Riconosci subito un sentimento di rabbia? Come lo gestisci?