Ha creato scalpore il caso di una coppia di donne liguri che, unitesi civilmente nel 2017, hanno poi finalmente ottenuto un traguardo dal notevole significato sull’attribuzione del cognome ai propri figli. Importante soprattutto perché coinvolge moltissimi aspetti della società moderna e che sono dibattuti in larga parte tanto nei tribunali quanto nella politica.
Temi come l’omosessualità, l’adozione e le coppie civili toccano rami della giurisprudenza non ancora ben definiti e robusti.
Le due donne, infatti, prima di unirsi avevano a proprio carico entrambe dei figli. Con la sentenza del Tribunale dei Minorenni di Genova è stata di fatto riconosciuta l’adozione delle prole di entrambe, reciprocamente. Pertanto ora i figli porteranno il doppio cognome, di fatto, delle due mamme.
Questo risulterebbe non essere il primo episodio potendone contare già un paio nella Capitale per due casi molto simili che hanno coinvolto il sia il Tribunale dei Minorenni che il Tribunale Civile di Roma. In uno di questi vede protagoniste sempre una coppia di donne, a cui è stato riconosciuto il ruolo di madri di una bimba nata con fecondazione eterologa.
Un caso, quindi, che genera scalpore anche negli ambienti della giurisprudenza essendo questo un campo non ancora normatizzato. Proprio la lacuna normatia ha permesso che dei giudici potessero deliberare in una materia decisamente moderna, il che rappresenta un importante passo della nostra civiltà verso la tutela delle libertà individuali, ed un riconoscimento sempre più ampio di diritti nei confronti di tutte le coppie.