Si è concluso il 14 novembre 2019, dopo quasi 11 anni di ricerca, lo studio che ha seguito 28.000 persone e portato ad affermare che il tasso di suicidio tra le unioni omosessuali è diminuito del 46% in Svezia e Danimarca.
La Danimarca, prima nazione al mondo (1989) a consentire unioni civili tra persone dello stesso sesso, ha fornito l’eccellente team di ricerca del Danish Research Institute for Suicide Prevention all’Università di Stoccolma, con cui ha effettuato uno studio congiunto che ha confrontato i tassi di suicidio per le persone con relazioni omosessuali e eterosessuali nei periodi 1989-2002 e 2003-16.
Nonostante il tasso di suicidi tra le persone nelle relazioni eterosessuali sia comunque diminuito negli ultimi decenni (del 28%), si è scoperto che dopo la legalizzazione del matrimonio gay, in Svezia nel 2009 e in Danimarca nel 2012, lo stesso tasso nelle persone che vivono entro un matrimonio omosessuale sia diminuito a un ritmo più rigido, quasi del doppio (46%).
Questo studio, condotto in particolare dalla ricercatrice Annette Erlangsen, si pone come di grande importanza: stando infatti a quanto affermato in un rapporto europeo del 2018, che aveva confrontato 35 ricerche svolte in 10 Paesi diversi, si era scoperto che i giovani LGBT hanno almeno tre volte più probabilità di tentare il suicidio rispetto alle persone eterosessuali della stessa età.
Come afferma Annette Erlangsen, le ragioni del successo dello studio in Danimarca e Svezia potrebbero essere legate al fatto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso porti a un ridotto senso di stigmatizzazione sociale e a un maggiore senso di inclusione nella propria stessa nazione.
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