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Quanto contano le parole che si rivolgono agli altri?

Alcune frasi, piuttosto ricorrenti, sminuiscono chi si ha di fronte e le sue capacità in generale, sopratutto sul lavoro. Ecco perché in certi casi occorre moderare le parole

Sono tante le volte in cui si esprimono idee e si lanciano messaggi che appaiono stereotipati e “di parte”, ancora troppo legati a rigidi modelli di genere.

Una rigidità che induce a non controllare il linguaggio usato e a non tenere a bada le parole che possono ferire o dar fastidio a chi le ascolta e a chi vengono rivolte.

Sono soprattutto le donne ad essere prese di mira e ad essere considerate inferiori rispetto ad un uomo che vuole restare miope.

Questo modo di pensare poco aggiornato alimenta un lessico poco adeguato, fatto di modi di dire che intendono che la donna può ambire ad una grande carriera semplicemente utilizzando il proprio corpo, alludendo alla sua concessione. Infine, è abbastanza ricorrente che le donne più suscettibili siano soggette a frasi come ‘Avrà sicuramente il ciclo’ e tanto altro.

Oggi più che mai, il rispetto deve essere rivolto sia a donne che a uomini e deve tenere conto dei sentimenti degli altri.

Bisogna rinunciare agli attacchi diretti all’autostima altrui, non traendo conclusioni affrettate, né giudicando chi sta dall’altra parte: nessuno può permettersi di farlo, perché solo ognuno conosce bene se stesso.

Non bisogna indurre l’altro a soffrire o a ritrovarsi in situazioni di disagio: meglio utilizzare frasi belle e tenersi per sè quelle dirette o le parole stereotipate che mettano in risalto il pensiero di chi parla.

Moderare le parole è indispensabile e diventa facile soprattutto se prima di parlare si riflette bene!