Quest’anno a causa della diffusione del virus e per via del successivo lockdown tante persone si sono cimentate nell’arte culinaria, tant’è vero che molti hanno tentato di riprodurre piatti e ricette di famosi cuochi o di preparare pizza e pane al pari dei migliori panettieri.
La pratica del cucinare comporta una serie di vantaggi e benefici che non sono solo a livello pratico di pura soddisfazione e senso di sazietà, ma bensì a livello psicologico.
Quando si cucina si può riuscire a gestire il proprio livello di ansia e angoscia, migliorando anche la propria attività neuronale. Secondo alcuni studi, l’arte culinaria può realmente essere una vera e propria palestra per la propria mente, tanto che cucinare può veramente aiutare le persone ad essere riabilitate dal punto di vista motorio, cognitivo, emotivo e sociale.
Si tratta di implementare un vero e proprio programma di Cooking therapy con chi soprattutto in questo periodo non riesce a coordinare mente e corpo e non riesce a concentrare l’attenzione sui punti focali della propria vita.
In questo caso non c’è una vera forma di riabilitazione cognitiva, ecco che per tale ragione nasce l’idea della Cooking therapy, che sarebbe un esercizio culinario attraverso il quale i terapisti insieme a degli chef programmano ricette ogni giorno più difficili, inserendo ogni volta delle preparazioni di piatti da eseguire nello stesso momento.
Ciò stimolerà sempre di più l’aspetto sia motorio che cognitivo, aumentando le prestazioni e rimettendo il buon umore per vivere al meglio la vita di ogni giorno.
E allora, tutti in cucina!