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Produttori farmaceutici querelati per inefficacia della pillola anticoncezionale

Alcune donne americane hanno querelato un’azienda farmaceutica per l’inefficacia delle loro pillole anticoncezionali

Diventare genitori è un passo di grande responsabilità soprattutto quando ci si trova costretti ad accettare l’arrivo di un figlio inatteso.

Esistono molti rimedi per evitare imprevisti del genere e per dare avvio ad una vera famiglia solo nel momento in cui si è davvero pronti a fare i genitori. Spesso infatti anche all’interno di una relazione di coppia già affermata capita che uno dei due partner non voglia figli, rimandando la decisione a data da destinarsi e alimentando un clima di tensione con l’altro compagno che invece vuole a tutti i costi un figlio. Quando però è il caso a decidere tutto cambia e si è costretti a prendere una decisione nel minor tempo possibile.

Questo è quanto è successo a circa 60 donne residenti in Ontario, che nonostante abbiano preso le giuste precauzioni assumendo una pillola anticoncezionale, sono rimaste incinte senza il loro volere. Visto che questo fenomeno è capitato solo a quelle donne che hanno fatto uso di una specifica marca di contraccettivi, la querela delle vittime è scattata per l’azienda farmaceutica produttrice dell’inefficace prodotto.

E così il gruppo di 60 donne, 40 delle quali ancora in stato interessante, ha deciso di promuovere una class action contro il produttore della pillola anticoncezionale da loro assunta, intentandogli una causa di 800 milioni di dollari e imputando l’industria di inefficacia dei prodotti in vendita.

A dare ragione alle clienti insoddisfatte è stato anche l’avvocato Sandy Zaitzeff che le ha difese, ritenendo colpevole la casa farmaceutica di aver provocato indirettamente l’aborto di ben 4 donne che davanti all’accaduto sono state costrette a rifiutare la gravidanza a causa di determinate circostanze della loro vita. La lunga battaglia di queste donne americane è stata da loro vinta grazie alla costanza mostrata nel richiedere giustizia e al loro coraggio da neomamme che seppur senza volerlo si troveranno ora ad affrontare la gravidanza e ad accudire un figlio da sole o assieme al proprio partner.

La fermezza di queste clienti insoddisfatte farà riflettere forse l’azienda produttrice che dovrà non solo rimborsarle ma rivedere l’efficacia del proprio prodotto.