Categorie
Consigli

Aborto Spontaneo: Sintomi e Cause

L’aborto spontaneo è un evento che interessa la maggior parte delle donne e che lascia segni indelebili. Scopriamo quali sono le cause e i sintomi che lo caratterizzano

Aborto Spontaneo: Quali Sono i Sintomi

I sintomi di un aborto spontaneo possono essere diversi, non tutti i pazienti presentano medesime caratteristiche, ma è possibile identificare quattro macrocategorie. Nello specifico i dolori dell’aborto spontaneo possono manifestarsi con quattro sintomi principali: sanguinamento vaginale, dolore addominale e crampi, perdita di liquidi e scomparsa dei sintomi di gravidanza.

  • Sanguinamento vaginale: uno dei sintomi più ricorrenti di un aborto spontaneo è sicuramente il sanguinamento vaginale, che può manifestarsi con tracce di spotting rosato oppure con perdite di sangue più abbondanti. La periodicità delle perdite dipende dal soggetto preso in esame, ma usualmente ha un andamento alterno.
  • Dolore addominale e crampi: le prime fasi di un aborto spontaneo sono caratterizzate da forti dolori addominali e crampi improvvisi. Sebbene tantissime donne non presentino tale sintomo, è opportuno effettuare un controllo per verificare che non vi siano controindicazioni per la gravidanza in essere. I dolori usualmente vengono a scomparire dopo poche ore, ripresentandosi periodicamente nell’arco dei giorni a seguire.
  • Perdita di liquidi: i dolori di un aborto spontaneo possono comportare a loro volta anche la perdita di liquidi e tessuti dalla vagina, proprio come avviene durante il ciclo mestruale. Sebbene in molti casi possa essere un sintomo similare alle mestruazioni, è opportuno effettuare dei controlli per verificarne l’entità.
  • Scomparsa dei sintomi di gravidanza: uno dei sintomi che può presentarsi durante un aborto spontaneo è la sparizione degli indicatori di gravidanza. La nausea, la tensione mammaria e tutte le caratteristiche annesse alla gravidanza vengono improvvisamente meno, inducendo il soggetto interessato a una quiete apparente.

La comparsa di tali sintomi può essere un avvertimento per un potenziale aborto spontaneo, è consigliabile consultare il proprio ginecologo di fiducia oppure il pronto soccorso per verificare che vi siano le condizioni ipotizzate.

Ma analizziamo adesso…

Come Avviene Un Aborto Spontaneo

Negli ultimi anni le cause che hanno indotto a un aborto spontaneo sono veramente tante, molte di queste sconosciute. Purtroppo, in alcune condizioni specifiche non è possibile prevedere tale problematica, ma è possibile identificarne le modalità nelle diverse settimane di riferimento.

L’aborto spontaneo nelle prime settimane è in molti casi la conseguenza di una gravidanza anembrionica, cioèa quello status in cui vi è la presenza di un ovulo fecondato che ha la capacità di impiantarsi nel modo corretto nell’utero, ma che non diventa embrione. Tale condizione è impossibile da prevedere ed è in molti casi ininfluente sulle gravidanze future.

Nel primo trimestre è usualmente causato dalle anomalie cromosomiche nel feto, condizione provocata dall’ovulo oppure dallo sperma che non garantiscono al feto di evolvere normalmente. Condizione possibile a qualunque coppia, ma che ha un’incidenza percentuale maggiore sui partner con un’età più alta.

Nel secondo trimestre è usualmente vincolato ai problemi di salute della madre. La presenza di malattie come il diabete, pressione alta, lupus, malattie renali oppure infezioni come la rosolia, vaginosi batterica, HIV, gonorrea, malaria, sifilide e clamidia possono incidere in modo significativo.

Anche le intossicazioni alimentari come la listeriosi, toxoplasmosi e la salmonellosi possono indurre a un aborto spontaneo.

Cosa Esce Con un Aborto Spontaneo?

Un aborto spontaneo si verifica quando il feto muore o viene espulso dall’utero prima della ventesima settimana di gravidanza. La causa più comune di aborto spontaneo è un’anomalia cromosomica che impedisce al feto di svilupparsi normalmente.

I sintomi di un aborto spontaneo possono includere crampi, dolori addominali, sanguinamento vaginale e la perdita di tessuti uterini. La gravità dei sintomi varia da donna a donna e da caso a caso.

In alcuni casi, può essere necessario un intervento medico per completare l’aborto spontaneo e prevenire complicazioni come un’infezione. Il medico può anche consigliare un esame del tessuto fetale per determinare la causa dell’aborto spontaneo.

Vediamo adesso…

Quali sono Le Cause di Un Aborto Spontaneo

Il processo di manifestazione di un aborto spontaneo è indotto da cause spesso imponderabili, si possono però identificare i motivi principali che manifestano una problematica di questa tipologia.

Cause aborto spontaneo
  • Malformazioni congenite oppure acquisite: altra causa di aborto spontaneo è la malformazione congenita oppure acquisita, nel primo caso con implicazioni dell’utero setto o dell’unicorne, mentre nel secondo caso con polipi e fibrosi dell’utero.
  • Anomalie cromosomiche: condizione spesso portatrice di aborto spontaneo è l’anomalia cromosomica. In molti casi una differenziazione dei cromosomi genitoriali induce a un aborto spontaneo, condizione presente soprattutto in fase avanzata della coppia.
  • Infezioni: anche le infezioni vaginali sono causa di aborto spontaneo se non venissero trattate nel modo corretto.
  • Progesterone: nella condizione in cui non si producesse la giusta quantità di progesterone, cioè quell’ormone che ha la capacità di favorire l’impianto e il mantenimento della gravidanza nei primi tre mesi, allora si può riscontrare un aborto spontaneo.
  • Incontinenza: anche l’incontinenza cervicale, cioè quando il collo uterino tende ad allargarsi nelle prime settimane di gravidanza, è una potenziale causa di aborto spontaneo.
  • Malattie: la presenza di malattie autoimmuni può indurre all’aborto spontaneo.
  • Patologie infettive: chi soffre di rosolia, toxoplasmosi, e infezioni specifiche può inevitabilmente contagiare il feto, inducendolo a una morte sofferente.

Quali sono le casistiche in termini di percentuali?

Continua a leggere!

Percentuali di Aborto Spontaneo Per Settimana

Le cause di un aborto, sebbene possano presentarsi in diverse forme e condizioni, evidenziano quelle che sono le percentuali per settimana. Tali valori percentuali sono stati raccolti dall’ISTAT e mettono in luce che il primo trimestre è il periodo in cui vi sono il maggior numero di aborti spontanei.

Nello specifico i dati percentuali evidenziano come l’aborto spontaneo avviene nel 36.7% dei casi fino alla settimana 8 di amenorrea, mentre la percentuale si abbassa al 32.4% tra la settimana 9 e la 10.

Tra la settimana 11 e 12 la percentuale di aborti spontanei è del 17.2%, condizione che si abbassa drasticamente al 5.4% considerando il periodo tra la 13a e la 15a settimana.

I casi di aborto tra la settimana 21 e la 25 sono solo del’1.7%.

Ma ti starai chiedendo…

Distinguere un Aborto Dal Ciclo

Come anticipato nelle righe precedenti, uno dei sintomi più ricorrenti dell’aborto spontaneo è il sanguinamento. Tale condizione induce molte donne a pensare che sia il ciclo e non una problematica più rilevante, ma come distinguere le due tipologie di fenomeno?

Distinguere aborto da ciclo

Da un punto di vista pratico è molto difficile distinguere il flusso mestruale da un aborto spontaneo, la colorazione e le parti espulse sono similari.

Affinché si possa distinguere aborto da ciclo, è opportuno che il sanguinamento venga analizzato da esperti, così da differenziare la gravidanza biochimica dal ciclo mestruale, valutandone l’alterazione rispetto alla norma.

In molti casi può presentarsi anche un aborto interno, con questo termine si identifica quella tipologia di aborto senza sintomi che presenta un’interruzione della gravidanza e non vi è alcuna perdita ematica o sintomi particolari.

Affinché si possa comprendere, in modo dettagliato, se le contrazioni e le piccole perdite siano causate da un aborto spontaneo oppure da un aborto interno è indispensabile consultarsi con il ginecologo.

Ma non è finita… continua a leggere:

Aborto Spontaneo senza Raschiamento

Quando si verifica un aborto spontaneo i trattamenti applicati sono principalmente due: terapia chirurgica ed espulsione spontanea.

La terapia chirurgica, comunemente denominata raschiamento, avviene effettuando un’operazione di isterosuzione. Non sempre è necessaria se il processo di crescita del feto è avvenuto in modo costante.

La terapia a espulsione spontanea è usualmente utilizzata nel secondo mese di gravidanza e consiste nell’attendere che il feto venga espulso naturalmente, presentando forti macchie ematiche e dolori addominali.

Negli ultimi anni sempre più donne hanno un aborto spontaneo senza raschiamento, dato che questo viene a presentarsi nelle prime 9 settimane, non vi è la necessità di intervenire chirurgicamente date le dimensioni del feto. La terapia a espulsione non viene applicata nel momento in cui la gravidanza ha superato le 12 settimane.

L’espulsione del feto in media avviene entro massimo 6 settimane, infatti, lo svuotamento spontaneo della cavità uterina si risolve in media tra il 65-90% delle volte in questa tempistica.

Sebbene molte donne, dato il trauma psicologico, attendano che vi sia una naturale espulsione del feto, è opportuno effettuare una terapia medica appropriata affinché si evitino forti dolori addominali e complicazioni di sorta.

Molte donne preferiscono anche usufruire di un trattamento chirurgico isterosuzione, cioè il raschiamento, anche prima delle 12 settimane previste.

Entrambe le metodologie, raschiamento ed espulsione naturale, devono essere valutate dal medico con il solo scopo di svuotare completamente la cavità uterina. Tale processo è essenziale per prevenire potenziali problemi nella gravidanza futura.

Ed infine…

Gravidanza Dopo Aborto Spontaneo: Consigli Utili

Alcune donne sono convinte che dopo un aborto spontaneo sia più difficile ottenere una gravidanza, sebbene psicologicamente possa essere una condizione complessa da gestire, dopo due settimane da un aborto spontaneo nel primo trimestre, una donna può avere una gravidanza senza problemi.

Gravidanza dopo aborto spontaneo

Sebbene tale condizione sia possibile fisicamente, è intelligenze prendere delle precauzioni per non incorrere nella stessa problematica. Quali sono i consigli che si possono adottare in questo caso?

Esami specifici: effettuare degli esami specifici sui cromosomi e la genetica della coppia può aiutare a comprendere quelli che possono essere gli elementi disturbanti. Come è facile dedurre è opportuno che uno specialista indichi le modalità e gli esami da sostenere per ottenere un iter ottimale.

La prevenzione: uno degli aspetti più importanti per evitare di incorrere in un aborto spontaneo è sicuramente la prevenzione. La gravidanza dopo un aborto spontaneo deve essere indirizzata nel migliore dei modi, sia psicologicamente che fisicamente, ma come fare?

Una delle accortezze più importanti da non fare in gravidanza è quella di non fumare, il fumo influisce negativamente non solo sul feto ma anche sul corpo di chi lo sta ospitando.

Anche l’utilizzo di alcolici e di sostanze stupefacenti può compromettere una nuova gravidanza dopo un aborto spontaneo. Una corretta alimentazione è indispensabile per riequilibrare l’organismo, accogliendo nel migliore dei modi il feto.

Tutti gli alimenti a rischio infezioni devono essere eliminati dalla dieta. Sebbene sia difficile che un’intossicazione si presenti, è opportuno evitare qualsiasi rischio legato a essa.

Ultimo, ma non meno importante, consiglio per incrementare le possibilità di avere una gravidanza dopo un aborto spontaneo è il recupero e il mantenimento del peso forma. Un eccesso di peso oppure una massa grassa troppo poco sviluppata può indurre a problematiche rilevanti dopo e durante una gravidanza.

Cosa Succede al Corpo Dopo un Aborto Spontaneo

Dopo un aborto spontaneo, il corpo attraversa un processo di guarigione naturale. Ci possono essere sanguinamenti e dolori uterini per alcuni giorni o settimane, a seconda della gravità dell’aborto spontaneo.

Il corpo inizia il processo di ripristino dell’equilibrio ormonale e uterino che era stato modificato durante la gravidanza. Ciò potrebbe richiedere diversi giorni o settimane, a seconda della durata della gravidanza.

È normale che il ciclo mestruale della donna subisca delle alterazioni dopo un aborto spontaneo, che potrebbe essere più lungo o più corto del solito. In alcuni casi, la donna può ovulare entro due o tre settimane dall’aborto spontaneo.

Il corpo potrebbe richiedere alcune settimane per eliminare completamente i tessuti uterini rimasti dopo l’aborto spontaneo. Il medico potrebbe consigliare una visita di controllo per assicurarsi che l’utero si sia completamente ripulito e che non ci siano complicazioni.

In generale, il recupero dopo un aborto spontaneo è un processo individuale che dipende dalla durata della gravidanza e dallo stato di salute generale della donna. Il medico può fornire ulteriori informazioni sulle aspettative di recupero e sui possibili rischi e complicazioni.

Quanto Durano i Dolori di Un Aborto Spontaneo

La durata dei dolori causati da un aborto spontaneo può variare da donna a donna e dipende dalla durata della gravidanza, dalla gravità dell’aborto spontaneo e dalle condizioni di salute generale della donna. I dolori uterini e il sanguinamento vaginale possono durare da alcuni giorni a diverse settimane.

Dopo l’aborto spontaneo, l’utero ha bisogno di tempo per guarire e tornare alle condizioni normali. Ciò può richiedere diverse settimane, durante le quali la donna può sperimentare dolori leggeri o moderati e sanguinamento vaginale. Il medico può consigliare l’assunzione di antidolorifici per alleviare il dolore e monitorare la situazione per prevenire eventuali complicazioni.

Come Ridurre il Rischio di Aborto Spontaneo

Purtroppo, non esiste un modo per eliminare completamente il rischio di aborto spontaneo, in quanto la maggior parte degli aborti spontanei è causata da anomalie genetiche o altri problemi medici che sono al di fuori del controllo della donna incinta. Tuttavia, ci sono alcune cose che possono essere fatte per ridurre il rischio di aborto spontaneo:

  • Prendersi cura della propria salute: mantenere uno stile di vita sano, mangiare una dieta equilibrata, fare attività fisica regolare e ridurre lo stress possono aiutare a ridurre il rischio di aborto spontaneo.
  • Evitare sostanze nocive: evitare alcol, fumo e droghe illecite durante la gravidanza può aiutare a ridurre il rischio di aborto spontaneo.
  • Evitare infezioni: le infezioni possono aumentare il rischio di aborto spontaneo, quindi è importante lavarsi le mani regolarmente e seguire buone pratiche igieniche.
  • Monitorare le condizioni mediche: se si soffre di diabete, ipertensione o altre condizioni mediche, è importante controllarle attentamente durante la gravidanza per ridurre il rischio di aborto spontaneo.
  • Seguire le raccomandazioni del medico: seguire le istruzioni e le raccomandazioni del medico durante la gravidanza, ad esempio prendere integratori di acido folico e altre vitamine prenatali, può aiutare a ridurre il rischio di aborto spontaneo.

È importante ricordare che non sempre è possibile prevenire un aborto spontaneo e che non si deve mai sentirsi colpevoli o responsabili in caso di aborto spontaneo. Se si verifica un aborto spontaneo, è importante cercare supporto medico e psicologico per affrontare le emozioni e il recupero fisico.

Cosa Non Fare dopo un aborto spontaneo

Dopo un aborto spontaneo, ci sono alcune cose che è importante non fare per evitare di compromettere il processo di guarigione naturale del corpo e prevenire eventuali complicazioni:

  • Evitare attività fisica intensa: è importante evitare l’esercizio fisico intenso per almeno una o due settimane dopo un aborto spontaneo, in quanto potrebbe aumentare il rischio di sanguinamento e compromettere la guarigione dell’utero.
  • Non avere rapporti sessuali: è importante evitare i rapporti sessuali per almeno due settimane dopo un aborto spontaneo, poiché il collo dell’utero potrebbe essere ancora aperto e quindi aumentare il rischio di infezioni.
  • Non usare tamponi: è importante evitare l’uso di tamponi durante il periodo di sanguinamento post-aborto spontaneo, poiché potrebbero aumentare il rischio di infezioni.
  • Non fare bagni caldi: è importante evitare i bagni caldi, le vasche idromassaggio e le saune per almeno due settimane dopo un aborto spontaneo, poiché potrebbero aumentare il rischio di infezioni.
  • Non assumere farmaci non prescritti: è importante non assumere farmaci non prescritti dal medico, in quanto potrebbero interferire con la guarigione dell’utero o causare altri problemi di salute.
  • Non ignorare i sintomi di complicazioni: è importante prestare attenzione ai sintomi di eventuali complicazioni, come febbre, dolore addominale intenso o sanguinamento eccessivo, e contattare immediatamente il medico se si verificano.

Quando Fare l’Amore Dopo Aborto Spontaneo

Dopo un aborto spontaneo, è importante aspettare almeno due settimane prima di riprendere l’attività sessuale. Questo periodo di riposo è necessario per consentire all’utero di guarire completamente e ridurre il rischio di infezioni.

Tuttavia, il periodo di riposo può variare a seconda della gravità dell’aborto spontaneo e delle condizioni di salute generale della donna. Per questo motivo, è importante discutere con il proprio medico quando è sicuro riprendere l’attività sessuale.

Inoltre, dopo un aborto spontaneo è importante utilizzare contraccettivi sicuri e affidabili per prevenire una nuova gravidanza fino a quando la donna non si sente pronta a concepire nuovamente e il medico non ha dato il via libera.