Cos’è L’Andropausa e Cosa Significa
Il significato di andropausa è molto simile a quello della menopausa per la donna, anche se ha caratteristiche e progressione sostanzialmente diverse.
Il termine si riferisce alla graduale quanto lenta cessazione della capacità riproduttiva dell’uomo, che si manifesta con alcuni dei segnali tipici dell’invecchiamento o di un’età avanzata superiore a quella media, che è di circa 81 anni in Italia.
Si verifica in buona sostanza una diminuzione della produzione dell’ormone maschile per eccellenza: il testosterone.
Tale declino, tuttavia, comincia ben prima della terza età, in quanto un abbassamento dei suoi livelli sierici inizia già intorno ai 30 anni.
La stessa diminuzione del testosterone è dovuta al rallentamento nella produzione di altri ormoni prodotti dall’ipofisi, come l’LH e l’FSH. Quest’ultimo concorre allo sviluppo degli spermatozoi, rendendoli attivi e pronti a fecondare un ovulo.
Il testosterone è prodotto dai testicoli e, nel caso in cui questo diminuisca, si può notare anche a livello visivo, in quanto le stesse ghiandole hanno un aspetto meno turgido rispetto a quello di un giovane uomo.
Sapere cos’è l’andropausa può mettere in allerta rispetto ai suoi sintomi, che spesso vengono confusi o sottovalutati come un’evoluzione naturale del processo di invecchiamento, e in parte lo sono.
Esistono tuttavia aspetti e sintomi da monitorare che si rifanno direttamente alle conseguenze di un abbassamento del testosterone, con ripercussioni sulla salute generale dell’organismo.
Tra questi si può citare l’ipogonadismo, che è un abbassamento patologico e repentino dei livelli dell’ormone maschile.
Per tale motivo non può considerarsi come un effetto dell’andropausa, ma potrebbe essere confuso con la stessa senza curarlo come è richiesto.
Nella normale manifestazione di questo periodo tipico della maturità maschile l’abbassamento dei livelli di testosterone non è mai improvvisa e veloce, come accade invece nella donna, per la quale la menopausa è una tappa ben definita con cui cessa la capacità procreativa.
Per questo l’andropausa maschile non è per nulla sovrapponibile al suo corrispettivo al femminile.
Non si verifica, dunque, una reale e definitiva interruzione della capacità riproduttiva e non in tutti gli uomini si manifesta con gli stessi sintomi.
Oggi il termine di andropausa per l’uomo sta lasciando il posto a una definizione più precisa della medicina avanzata, che è quella di “Sindrome da carenza androgenica nella terza età”.
Anche se si fa riferimento ai “sintomi” della stessa andropausa è bene chiarire che non si tratta di una patologia, ma di un processo naturale e fisiologico molto variabile nei soggetti interessati, alcuni dei quali non ne sono affatto colpiti.
Cosa Succede Quando l’Uomo Va in Andropausa?
Quando l’uomo va in andropausa, i sintomi possono includere:
- riduzione del desiderio sessuale
- difficoltà di erezione
- ridotta produzione di sperma
- affaticamento
- perdita di massa muscolare
- aumento di peso
- riduzione della densità ossea
- cambiamenti nell’umore, come depressione, irritabilità e ansia
Tuttavia, è importante notare che non tutti gli uomini sperimentano tutti questi sintomi e che i sintomi possono variare da persona a persona.
Inoltre, l’andropausa può essere influenzata da altri fattori, come lo stile di vita e le condizioni di salute sottostanti, che possono avere un impatto sulla gravità dei sintomi.
Ma continua a leggere per scoprire…
Quali Sono i Sintomi dell’Andropausa, Quando e Come si Manifesta?
I sintomi dell’andropausa sono, dunque, correlati alla diminuzione della produzione di testosterone che, per quanto lenta, interessa non solo l’aspetto sessuale e riproduttivo, ma anche altre funzioni dell’apparato cardiovascolare del sistema metabolico, ma anche della psiche in relazione allo stile di vita e ai comportamenti.

Per comprendere quanto questo ormone sia importante per gli uomini, basti pensare che aumentare troppo i livelli con farmaci anabolizzanti non accresce solo la massa muscolare accentuando l’aspetto virile e il desiderio sessuale, ma porta anche aggressività.
L’andropausa ha sintomi contrari ancora più accentuati, se si è affetti da ipogonadismo.
Tra questi c’è un calo o la scomparsa del desiderio sessuale con conseguenti problemi di erezione, con i muscoli tendenti all’atrofizzazione e deboli, fino a stati depressivi e ansiosi.
Spesso sono proprio i problemi nella sfera intima che spingono gli uomini a un consulto dall’andrologo.
Il declino delle funzioni sessuali è molto lento, ma è quello più frequente e da cui si comprende maggiormente l’andropausa come si manifesta.
Si accorciano i tempi dell’erezione mentre si allungano quelli della fase di eccitamento, richiedendo maggiori stimoli sensoriali.
La capacità di ritardare l’acme del piacere rallenta con episodi di eiaculazione precoce, mentre si riducono anche le erezioni spontanee, in particolare quelle durante il sonno notturno.
Lo stesso orgasmo è avvertito con minore intensità e anche il periodo refrattario si allunga.
Tali sintomi possono essere facilmente intesi come manifestazione dell’andropausa per l’età avanzata, salvo poi avere conseguenze psicologiche e difficoltà sessuali, che vengono prontamente riferite prima ai medici di famiglia e poi a quelli specialistici.
Altri sintomi che riguardano ulteriori funzioni fisiologiche sono un aumento dello strato adiposo, specie al livello dell’addome, con ginecomastia, cioè l’ingrossamento delle mammelle nell’uomo.
A tale proposito è necessario sottolineare il ruolo dell’obesità che influisce sull’ipogonadismo. Si crea, insomma, un circolo vizioso in quanto il testosterone si abbassa a causa del grasso, mentre aumenta l’ormone femminile dell’estradiolo e questo provoca, a sua volta, l’incremento di peso.
La causa è una concentrazione elevata dell’enzima aromatasi, che agisce in presenza di grasso viscerale ed è capace di trasformare proprio l’ormone maschile in quello femminile.
Altre manifestazioni tipiche dell’andropausa riguardano i peli che crescono più lentamente come i capelli, per cui può anche manifestarsi alopecia androgenetica o calvizie, mentre la pelle tende ad assottigliarsi e a diventare più delicata.
In genere all’andropausa è anche associato un senso di malessere, progressione dell’insonnia e anemia che provoca un calo di energie.
È penalizzato anche il sistema nervoso centrale, in quanto si possono riscontrare problemi di concentrazione, ansia e depressione.
A peggiorare i sintomi dell’andropausa concorre anche l’iperglicemia e il diabete che porta notoriamente alla disfunzione erettile, per cui è molto importante seguire un’alimentazione equilibrata, senza eccessi di grassi e zuccheri.
Ma quali sono i…
Disturbi ed Effetti dell’Andropausa
I disturbi dell’andropausa sono molto simili a quelli dell’ipotiroidismo e sono in parte già stati elencanti nel paragrafo precedente.
I problemi a livello sessuale hanno ripercussioni sulla serenità non solo dell’uomo ma anche della coppia, che si trova ad affrontare un problema che penalizza l’intimità della terza età.

Può accadere anche da giovani nel caso di ipogonadismo, con un conseguenze tracollo dell’autostima, che alimenta malessere e irritabilità.
Riconoscere gli effetti dell’andropausa non è sempre facile, in quanto sono comuni anche ad altre sindromi e possono essere attribuiti semplicisticamente al tempo che passa.
Tuttavia il manifestarsi di una serie di disturbi può portare l’andrologo a effettuare una prima diagnosi, se sono presenti, oltre ai problemi sessuali e dismetabolici, anche le vampate di calore e una possibile demineralizzazione ossea, cioè l’osteoporosi.
Questi ultimi 2 disturbi sono del tutto sovrapponibili a quelli della menopausa nelle donne.
Possono anche verificarsi sudorazione, disfunzioni della circolazione ematica, disturbi del sonno con conseguente stanchezza e alterazione dell’umore in senso negativo.
Si potrebbe presentare un certo grado di apatia, scarsa prontezza intellettiva e difficoltà a ricordare eventi recenti.
Si tratta comunque di effetti dell’andropausa che sono transitori e che a seguito della diagnosi si risolvono, eccetto nei casi in cui insistano patologie pregresse. Un esempio riguardo alla disfunzione erettile sono i problemi vascolari che impediscono un sufficiente afflusso di sangue al pene.
Che dire di…
Qual è la Durata Dell’Andropausa?
La durata dell’andropausa è sempre relativa alla diagnosi e alle conseguenti cure per alleviare i sintomi e i vari disturbi.
Di solito una terapia farmacologica che integri o sostituisca in qualche modo il calo del testosterone può risolvere il problema entro pochi mesi.
Ma qual è la cura per l’andropausa? Prosegui la lettura!
Andropausa: Come Curarla?
La cura dell’andropausa è sempre contestuale alla diagnosi e al livello degli ormoni maschili che si possono dosare con gli esami del sangue.
Negli ultimi anni la medicina ha messo a punto una cura sostitutiva a base di androgeni simile nell’intento a quella per la menopausa, ma con effetti ancora non del tutto confermati da studi che sono per ora esigui, rispetto a quelli per le donne.

Ci sono, tuttavia, dei riscontri positivi, in particolare per quegli uomini che soffrono di ipogonadismo.
La somministrazione può avvenire in modo transepidermico con l’applicazione di cerotti o con il gel, che permettono un rilascio costante. Tale peculiarità è preferibile perché riesce a mantenere i livelli di testosterone uniformi nel tempo ed evita gli effetti collaterali sul fegato.
Gli ormoni possono essere somministrati anche con iniezioni da fare ogni 2 settimane circa.
Questa stessa terapia dell’andropausa è controindicata nei soggetti affetti da tumore alla prostata o in quelli che hanno familiarità.
Altre terapie a base di derivati testosteronici mirano a bloccare l’enzima dell’aromatasi, favorendo il dimagrimento e lo smaltimento della massa grassa.
L’andrologo che supervisiona la terapia ormonale sostitutiva prescriverà controlli periodici per la funzionalità prostatica, per le malattie dismetaboliche, i livelli di emoglobina e dello stesso testosterone.
In commercio esistono anche gli integratori alimentari che hanno comunque un effetto blando per quanto riguarda l’aumento del testosterone e l’influenza sulla funzionalità peniena o per la libido. Nella terapia per l’andropausa fanno eccezione i prodotti a base di yohimbina, che tuttavia non hanno un buon rapporto rischi/benefici per i potenziali effetti collaterali nell’uomo in età avanzata.
Si può aumentare la produzione di testosterone anche in modo naturale facendo una qualsiasi attività fisica che sia costante e permetta di allenare tutto l’organismo.
Che tipo di alimentazione seguire? Scoprirlo continuando la lettura!
Andropausa: Che Alimentazione Seguire?
L‘alimentazione in andropausa è fondamentale per prevenire molti dei disturbi correlati.
Per non rischiare l’obesità e soprattutto l’accumulo di grasso viscerale è bene seguire una dieta povera di grassi e di zuccheri, evitando l’abuso di alcool.
Nello specifico i pasti principali del pranzo e della cena dovrebbero comprendere frutta e verdura nella misura del 50%, un 25% di carboidrati meglio se integrali e un uguale apporto di proteine, che derivino soprattutto da pesce e legumi.
I cibi per l’andropausa devono essere leggeri, possibilmente biologici e favorire il mantenimento di un peso forma, anche praticando attività motoria all’aperto per assimilare vitamina D per le ossa.
Per concludere, ti starai chiedendo…
Come Aiutare Un Uomo in Andropausa
Lo squilibrio ormonale che può insorgere per un uomo quando si è più avanti negli anni deve essere in qualche modo seguito dalla partner perché rappresenti un appoggio in una fase di cambiamento.
Molte donne si chiedono come aiutare un uomo in andropausa e la risposta è l’empatia.
Per i problemi sessuali è molto importante il dialogo, la non colpevolizzazione e la presenza durante le visite e i colloqui medici.
Vivere insieme questa fase aiuta anche a conoscere l’andropausa e affrontarla in modo sistematico.
Le terapie esistono e possono riportare la situazione alla normalità anche correggendo lo stile di vita ed evitando cattive abitudini, come il fumo e la sedentarietà.
Si può anche favorire l’autostima con una psicoterapia cognitivo comportamentale per affrontare questa fase con relativa serenità.