Volevo che la tua notte

Volevo che la tua notte
rimanesse con la mia
che tu sporgessi piano dal lenzuolo
come un’alba che rimane continuamente
il primo gesto
di luce nel mondo.
Avrei raccolto da terra
il sole che ti cade dal viso
da quel sorriso eroso dal vento
che scende a picco sul mare.
Nei tuoi occhi andavano e venivano
le rondini, per posarsi
come quando le palpebre fanno
quel rumore di ali che si aprono.
Volava via invece il tuo profumo
sepolto nei luoghi
che solo il cane
che abbaia al vento conosce.
Così ti penso
una serata blu
che stringe gli occhi fino a sparire
e subito bianca
una luna a cinque dita
che mi tiene il mento
e mi guarda

Francesca Serragnoli

Inedito

Abbracciarti è ridere fino a piangere
l’appartamento vola via come un cappello
o un foulard di storni impigliati al cielo
come tante formiche il sole
vaga sul tuo petto
lo sguardo perde se stesso in un filamento
che ritira e scuce un infinito slargo
ferita abbandonata dal sangue
le cui labbra scolorano come argini morenti
leva la luna lo spillo
la vita si stacca
in una cesta si tiene stretta
al tempo intrecciato intorno al suo calore
l’isola violetta, l’ondulato amore
le cui vele non hanno ombra

Francesca Serragnoli