Senza offesa, fai schifo. La critica che fa bene agli altri e fa star meglio te

Senza offesa, fai schifo. La critica che fa bene agli altri e fa star meglio te: Il nuovo libro della settimana si incentra sulla possibilità di valutare in modo nuovo e propositivo le critiche che riceviamo

“Senza offesa fai schifo”. Quanti mal capitati/e di turno si saranno sentiti dire una frase del genere, magari dalla persona di cui si è attratti o segretamente innamorati. Tutto ciò però ha una spiegazione: critichiamo tutto e tutti perché non siamo soddisfatti da noi stessi e da quello che abbiamo. Il libro che vi proponiamo questa settimana inaugura un nuovo modo di approcciarsi agli altri, trasformando la critica non più in parole che possono ferire o respingere, ma in parole che ci portano ad assumere un atteggiamento di apertura, e non più di chiusura, nei confronti del prossimo.

Presentazione del libro

“Criticare diceva il filosofo Michel Foucault è una delle cose più facili che gli esseri umani sanno fare”. La nostra società, a cominciare dalle piccole cose quotidiane, in famiglia come sul lavoro, è segnata dalla diffidenza, dall’ansia, dalla frustrazione. Critichiamo tutto e tutti, in continuazione, perché non siamo soddisfatti di ciò che abbiamo, ma soprattutto perché vogliamo “avere ragione”. La chiave del cambiamento sta nel trasformare le critiche in forme speciali di desiderio: non più parole che feriscono, svalutano, sminuiscono, respingono, ma parole con cui ci apriamo all’emergenza e agli altri, anche quelli che non sopportiamo, prendendoci cura di loro, interpretandone i bisogni, le aperture come le chiusure. Questo libro inaugura un atteggiamento nuovo, un “micromisticismo applicato” alla vita quotidiana. Secondo Ludovica Scarpa la critica può diventare un regalo, all’insegna di un “rinascimento comunicativo” che superi la cultura della paura e del controllo, il linguaggio del rifiuto: “essere critici ed empatici, autentici e gentili”, anche se il mondo intero sembra avercela con noi, spezzando il circolo vizioso del risentimento e lasciando emergere lo stupore e il sorriso.

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