Ogni società è contraddistinta da “un male del secolo”, che varia la sua forma al variare dei fattori sociali. Oggi, in epoca di pandemia, è l’isolamento la causa del malessere generale, che sta colpendo soprattutto la generazione più giovane.
La paura di poter contrarre il virus o l’essere stati malati sta portando molte menti a cedere e induce ad isolarsi rinunciando alle relazioni coerenti con gli altri. La lontananza dagli affetti più cari, il sentirsi soli e senza supporto durante un momento così complesso può rendere ancora più fragili.
I più colpiti sono i giovani che non hanno più la possibilità di confrontarsi e di vivere momenti di vita quotidiana con i propri coetanei, costretti sempre più spesso a comunicare solo attraverso uno schermo di cui invece avrebbero bisogno di disintossicarsi.
Il senso di vuoto che pervade la mente non permette di vedere le cose così come realmente stanno e induce ad assumere un atteggiamento critico nei confronti di chi si ha di fronte. In questo modo, invece di vivere bene le relazioni interpersonali, si preferisce stare da soli e rimuginare sulla propria vita.
Ed è in questi momenti che l’aiuto di un esperto o anche di una persona cara e amica può servire da valvola di sfogo e azionare nuovamente in chi soffre di questo male la giusta dose di ottimismo.