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Mammografia: Cos’è, a Cosa Serve e Quando Farla

Mammografia: tutto ciò che c’è da sapere su questo esame così importante e da non sottovalutare. Ecco perché

Che Cos’è la Mammografia e Quanto Costa

La mammografia è un esame che consiste nella produzione di un’immagine del seno a seguito dell’esposizione a un fascio di raggi X. In poche parole, si tratta di una radiografia che si effettua per due diversi scopi: come screening al fine di prevenire un tumore al seno, oppure come accertamento a seguito della scoperta di segni sospetti, come i noduli.

Grazie a questa procedura, il numero di vittime di questa patologia è stato drasticamente diminuito, sebbene l’esame abbia i suoi limiti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, infatti, la mammografia come procedura sicura che aiuta ad arginare il rischio di lasciar progredire una malattia.

Proprio per questo in Italia viene attuato un programma di screening che consente di azzerare i costi della mammografia per le pazienti, che ne possono usufruire gratuitamente in una determinata fascia d’età, che verrà specificata in seguito.

E quindi, analizziamo passo per passo…

Quando Fare la Mammografia e a Quale Età

Molte sono le domande che le donne si pongono riguardo la mammografia, ad esempio: quando fare la mammografia? Generalmente, questo esame è più indicato per le donne che raggiungono i 40 anni, dal momento che nelle pazienti più giovani il tessuto del seno è più denso, e quindi l’immagine che risulta dal test è più complessa da leggere.

Mammografia età

Al contrario, con il trascorrere degli anni è più facile individuare delle lesioni o dei segni che lasciano presagire la presenza di anomalie. Dunque, per la mammografia l’età è anche una questione di affidabilità: nell’ottica di un rapporto rischi-benefici, l’esame viene consigliato nella fascia in cui è più opportuno svolgerlo per utilità e funzionalità.

Nelle donne più giovani, invece, si valuta caso per caso l’opportunità di ricorrere a questo strumento, a seconda delle necessità, ad esempio quando si rinvengono dei segni che potrebbero dare adito a sospetti.

Andiamo a fondo e scopriamo cos’è la

Mammografia Digitale

La mammografia è dunque lo strumento cardine per una diagnosi precoce del tumore al seno, ma rispetto al passato le tecnologie si sono evolute, portando importanti novità nelle metodologie di indagine.

Tra gli ultimi ritrovati, troviamo la mammografia digitale, che utilizza una tecnica innovativa, detta tomosintesi, per ottenere un referto più accurato e di immediata lettura. Per questo motivo la mammografia digitale viene impiegata in molti studi come accertamento: quando l’esame classico rileva un sospetto, si ricorre a questo metodo che consente di effettuare una diagnosi anche in fase molto precoce.

Ciò è possibile grazie al particolare procedimento di questo test, che consente di combinare più immagini acquisite per ottenere una panoramica più dettagliata e che consente di eliminare il problema di visibilità ridotta per via della sovrapposizione dei tessuti, offrendo dunque anche un’immagine tridimensionale che permette di rinvenire piccolissimi segni che sarebbero passati inosservati con la classica mammografia.

Che dire della

Mammografia Bilaterale

Entrando ora maggiormente nel dettaglio di come avviene l’esame, verrà spiegata la procedura tradizionale della mammografia bilaterale. La paziente si posiziona in piedi davanti a un macchinario che eseguirà la scansione.

Un seno viene posizionato tra due piatti di plastica che esercitano una pressione piuttosto decisa, in modo da appiattirlo e tenerlo fermo durante il test, così da ottenere l’immagine più accurata possibile. Tutto ciò dura alcuni secondi, dopodiché, se l’esame fa arte di un programma di screening e non è un accertamento, si ripete la stessa procedura con l’altro seno, per eseguire una mammografia bilaterale.

Infine, i piatti vengono fatti ruotare di 90 gradi per procedere alla produzione di un’immagine anche dalla prospettiva laterale. In totale, quindi, come risultato si avranno 4 radiografie, ovvero 2 per ciascun seno.

E adesso, ti starai sicuramente chiedendo:

La Mammografia è Dolorosa?

Il procedimento dura quindi pochi minuti, ma è lecito domandarsi, per chi è alla sua prima volta, se sia doloroso. In linea generale, la mammografia non fa male, dal momento che la pressione che viene esercitata sul seno non è così forte.

Ciononostante ad alcune donne può creare fastidio, specialmente per coloro che hanno un seno dal tessuto molto denso. Si tratta comunque di un disagio che qualunque paziente può sopportare senza alcun problema, e che si interrompe immediatamente dopo l’ultimazione della procedura che, come è stato detto, è molto breve.

Un’altra domanda che molte si pongono riguarda le radiazioni che vengono emesse dal macchinario per generare le immagini. Per la mammografia, infatti, si impiegano raggi X ionizzanti, ma in concentrazioni talmente base da essere trascurabili tranquillamente.

Si tratta di una dose che potrebbe essere paragonabile a quella assorbita nel corso di un volo intercontinentale, e pertanto non ha effetti a lungo termine.

Analizziamo il caso della

Mammografia senza Schiacciamento

In ogni caso, per chi presenta particolari problemi a sopportare il poco di pressione che viene esercitata sul seno, si torna a citare la tecnica della tomosintesi, che consente di operare una mammografia senza schiacciamento.

Mammografia senza schiacciamento

A livello di procedimento, questa è una differenza importante rispetto alla mammografia 2D classica, insieme all’impiego di una dose minore di raggi X. Come si è visto in precedenza, si tratta di una tecnologia di ultima generazione, che consente di individuare in modo tempestivo anche le più piccole anomalie nel tessuto fibroghiandolare.

In generale, vediamo cosa fare nel caso della

Mammografia e Ciclo Mestruale

L’entità di fastidio che si prova durante l’esame, per le donne in età fertile, dipende anche da uno specifico fattore: esiste infatti un legame tra mammografia e ciclo mestruale.

In linea generale, si sconsiglia di sottoporsi all’esame durante il periodo premestruale, dal momento che in questo momento si crea una maggiore tensione mammaria che può accrescere il senso di disagio durante lo schiacciamento della mammella.

Al contrario, l’indicazione è quella di prediligere la prima fase del ciclo, ovvero i primi 7-10 giorni, per via del cambiamento nella conformazione del tessuto del seno. Durante la fase follicolare, infatti, secondo quanto dimostrato dai ricercatori, il seno è meno denso e, oltre a rendere più sopportabile il test, ciò ne favorisce anche l’accuratezza, dal momento che in queste condizioni è più facile individuare eventuali cellule tumorali.

Che dire della

Mammografia in Gravidanza

Un discorso più delicato, invece, riguarda le donne che si trovano in dolce attesa. Quello relativo alla possibilità di sottoporsi a una mammografia in gravidanza, infatti, è un dibattito acceso, che lascia in disaccordo molti medici.

Ciò perché ci si trova di fronte a due principali fatti: nel periodo di gestazione il tumore al seno è più aggressivo e progredisce più velocemente, specialmente nelle donne più giovani; le radiazioni sono controindicate in quanto potenzialmente nocive per il corretto sviluppo del feto.

Analizzando nello specifico la questione, emergono ulteriori complicazioni, che riguardano, ad esempio, il fatto che i sintomi tipici di un tumore, come l’ingrossamento della ghiandola mammaria, possono facilmente passare inosservati in questa fase della vita.

Pertanto, rinunciare al proprio appuntamento per la mammografia in presenta di una patologia che sta per svilupparsi, può condurre a un ritardo nella diagnosi e, di conseguenza, a un peggioramento della prognosi. Tendenzialmente, dunque, sarebbe bene, a meno che non si tratti di un caso di stretta necessità, non posticipare il test.

Data l’eccezionalità della situazione, dopotutto, è possibile condurre la mammografia in condizioni di completa sicurezza per il feto, schermando la pancia a scopo preventivo. Ciò al fine di aumentare le precauzioni, ma tenendo comunque in considerazioni che le radiazioni emesse sono molto basse e non precludono la possibilità di eseguire il test senza rischi.

È comunque opportuno non effettuare il test nel corso del primo trimestre di gestazione oppure quando si ha il sospetto ma non a certezza di essere incinta, dal momento che nei primi tempi il pericolo è più elevato.

E quindi, ti starai chiedendo:

Ogni Quanto Fare la Mammografia

Per quanto concerne le tempistiche della mammografia, manca un’ultima precisazione circa ogni quanto vada fatta. Secondo quanto indicato dalle linee guida, le donne che non sono mai state interessate da problemi a carico della mammella dovrebbero optare per una cadenza biennale.

Ma non tutti i medici sono concordi, in quanto alcuni sostengono che, dopo i 40 anni, sarebbe meglio effettuare una mammografia all’anno. La calda raccomandazione, comunque, è quella di non scendere al di sotto della frequenza biennale, e di essere costanti nell’effettuare lo screening, specialmente nella fascia di età compresa tra i 50 e i 69 anni.ù

Come Usufruire della Mammografia Gratuita

Come si accennava in precedenza, il Sistema Sanitario Nazionale garantisce la possibilità di accedere all’esame a costo zero. Questa possibilità è rivolta alle donne che hanno tra i 50 e i 69 anni, che coincidono con le pazienti maggiormente a rischio di sviluppare un cancro al seno e per le quali è fortemente raccomandato un monitoraggio regolare.

Mammografia gratuita

Per loro la mammografia è gratuita. Vi sono poi dei casi specifici riguardanti alcune regioni che stanno cercando di ampliare la fascia d’età di screening comprendendo anche le donne tra i 45 e i 49 anni e quelle che ne hanno tra 70 e 74, per le quali invece si consiglia una cadenza annuale.

Cosa fare quindi nel caso della

Mammografia Positiva ed Esito Positivo

Infine, un altro dubbio comune riguarda specialmente le donne che ricorrono a un esame per chiarire un sospetto. In particolare, se la mammografia è positiva, dopo quanto i medici chiamano per comunicarlo?

Ovviamente non esiste una risposta univoca, ma le tempistiche variano in base allo studio al quale ci si rivolge, per questo motivo bisognerebbe chiedere informazioni dettagliate al medico che ha condotto la visita prima di andare a casa. In generale, comunque, se la mammografia è normale, sarà sufficiente recarsi all’appuntamento successivo e gli esiti saranno disponibili entro 15-30 giorni al massimo. In caso, invece, l’esame abbia rilevato delle anomalie, la paziente verrà contattata prima possibile, solitamente entro pochi giorni, per condurre degli accertamenti.

In tal caso, non è necessario allarmarsi, dal momento che, come si è detto, la mammografia presenta dei limiti di affidabilità, e spesso degli esami approfonditi rivelano che il segno sospetto rilevato è in realtà il frutto di un’imprecisione del macchinario. In ogni caso, questo test è in grado di evidenziare anche alcune problematiche non gravi che non hanno nulla a che fare con il cancro al seno. Perciò, spetterà al medico stabilire quali sono gli altri esami da effettuare per sciogliere ogni dubbio.

Tra questi, può essere prescritta una mammografia diagnostica di approfondimento, che si concentri su una zona circoscritta del seno per ottenere immagini più nitide e ingrandite che possano essere esaminate in modo più preciso. In alternativa, è possibile condurre un esame complementare, come l’ecografia, che si serve delle onde sonore per produrre delle immagini accurate quando il seno è particolarmente denso o la paziente è giovane.

Ma esistono anche esami più specifici, che vengono condotti da specialisti come il senologo oppure il chirurgo. Le conoscenze approfondite di questi specialisti saranno in grado di determinare il miglior modo di procedere a seconda delle necessità, tramite esami fisici o biopsie. In quest’ultimo caso, si preleva un piccolo campione di tessuto con l’ago aspirato o in modo chirurgico, che poi verrà analizzato.

La necessità di condurre degli accertamenti non deve portare a pensare al peggio: la mammografia è un esame che produce un numero significativo di falsi positivi, ma rimane comunque un test di primaria importanza nella lotta contro il tumore al seno.

Mammografia: Donne Italiane Restie alla Prevenzione

Nonostante le diverse campagne di sensibilizzazione sul tumore al seno, sono ancora molte le donne italiane che non aderiscono al test non effettuando una mammografia.

Da qui l’appello che gli oncologi lanciano dal congresso della Società europea di oncologia (Esco) a Madrid: “Se la malattia è identificata in fase precoce le guarigioni superano il 90%, per questo è fondamentale aderire allo screening mammografico, che andrebbe esteso fino ai 74 anni”.

Rilevante e significativa è la differenza che si riscontra fra Nord (63%), Centro (56%) e Sud (36%). Nel 2015 circa 3.162.000 italiane sono state invitate a eseguire la mammografia, ma solo il 55% ha aderito (1.728mila).

Ma la prevenzione è importante: i risultati infatti, hanno dimostrato come grazie ai test nel 2012 e nel 2013 sono stati identificati più di 13.000 carcinomi. Nel 2016 sono stati stimati in Italia “circa 50.200 nuovi casi di tumore del seno e 692.955 donne vivono dopo la diagnosi”, afferma Stefania Gori, presidente eletto AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). “L’innovazione prodotta dalla ricerca ha permesso di raggiungere risultati importanti. Oggi l’87% delle persone colpite da questa malattia nel nostro Paese guarisce, una percentuale superiore alla media europea (81,8%) e se si interviene ai primissimi stadi, le guarigioni superano il 90%“.

Grazie alla prevenzione, oggi è anche migliorata la durata della sopravvivenza nelle pazienti con patologia in stadio avanzato e per quanto concerne il futuro? “Sarà sempre più rivolto alla personalizzazione delle terapie per colpire la singola neoplasia del singolo paziente. È ormai infatti improprio parlare di tumore del seno: si deve utilizzare il plurale, perché le differenze biologiche sono tali da configurare vere e proprie patologie diverse, ma oggi si stanno aprendo prospettive importanti – conclude la Gori – anche grazie all’immuno-oncologia che ha già dimostrato di essere efficace nel melanoma, nel tumore del polmone e del rene stimolando il sistema immunitario contro le cellule malate“.

Ma sapevi che…

Il Cancro al Seno Colpisce anche Gli Uomini

Quando si parla di cancro al seno si è soliti pensare che sia una malattia che riguarda solo le donne: niente di più sbagliato.

Ne è un esempio Stefano Saldarelli, un grafico di Prato di 48 anni, che nell’agosto del 2017 ha scoperto di avere un cancro al seno e ha deciso di raccontare il suo calvario, lanciando una campagna di prevenzione.

È stata la moglie Antonella a notare un rigonfiamento all’altezza del suo capezzolo sinistro, che da un primo accertamento è stato indicato come “tumefazione a sede mammaria sinistra”. Stefano viene operato il 5 dicembre e a quel punto non vi sono più dubbi: “carcinoma duttale infiltrante alla mammella”. Inizia cosi le sue 12 sedute di chemioterapia: adesso è a metà del trattamento.

Il 48enne ha deciso di raccontare la sua malattia e il disagio provato per essere stato l’unico uomo in attesa per una mammografia, con altre donne che condividono il suo stesso dolore, all’interno del suo blog dove lancia la sua campagna #cancroalsenomaschile, mettendoci letteralmente la faccia e il suo corpo nudo con le cicatrici e in cui si può leggere una scritta colorata che recita così: “Il cancro al seno non è solo roba da femmine”.