Avere il cuore spezzato è un’espressione che spesso si utilizza comunemente per indicare una situazione di profonda e intensa sofferenza in seguito a un evento che ha scatenato una forte emotività negativa. In realtà a tal proposito esistono anche dei riscontri scientifici che dimostrano come questa poetica immagine sia in realtà non molto distante dal vero.
Quella che popolarmente viene nominata sindrome del cuore spezzato esiste veramente, e coincide con la sindrome di Takotsubo. Si tratta di una cardiomiopatia di natura non ischemica e temporanea, che viene causata propria da una situazione molto stressante o molto intensa emotivamente.
Di fatto i sintomi sono pressoché identici a quelli dell’infarto cardiaco, al punto che per distinguere tra le due patologie è fondamentale effettuare delle indagini accurate al fine di giungere alla diagnosi corretta.
A livello pratico l’epidemiologia della sindrome del cuore spezzato colpisce con maggiore frequenza le donne in menopausa, e comporta il ricovero ospedaliero, contestualmente al quale si avvia una serie di trattamenti finalizzati ad alleggerire il carico del muscolo cardiaco e arrivare alla remissione dei sintomi.
Generalmente, infatti, occorre un mese per ottenere un completo recupero, senza che l’evento lasci tracce permanenti: è difficile che la sindrome di Takotsubo dia luogo a complicanze cliniche. Anzi, è possibile, come vedremo, attuare un’efficace prevenzione.
Ma prima di tutto scopriamo…
Cos’è la Sindrome del Cuore Spezzato
Con l’espressione sindrome del cuore spezzato, che nell’ambito medico viene chiamata sindrome di Takotsubo, si fa riferimento a una condizione temporanea del cuore, che presenta dei sintomi sovrapponibili a quelli dell’infarto.

Quindi, cos’è la sindrome del cuore spezzato? Dal punto di vista clinico, questa patologia si configura quindi come una cardiomiopatia non ischemica, ovvero comporta una modificazione del cuore a livello anatomico senza che si verifichino interruzioni nel nel flusso sanguigno diretto a questo muscolo.
Ma la vera particolarità di questa sindrome risiede nelle cause scatenanti, che rappresentano anche la motivazione che le ha dato il nome: essa si collega a situazioni emotive particolarmente stressanti o che comportano un carico affettivo molto intenso, e per tale motivo è conosciuta anche come sindrome da crepacuore o cardiomiopatia da stress.
Le prime descrizioni di questa malattia sono attribuite a un team di ricercatori giapponesi, che nei primi anni ‘90 dimostrarono l’esistenza di un collegamento tra forti emozioni e temporanea compromissione della salute del cuore.
Da questo concetto nasce anche il nome della sindrome di Takotsubo, che letteralmente nella lingua nipponica indica una sorta di pentola che i pescatori utilizzano per catturare i polpi. Questo nome è stato scelto osservando le ecocardiografie e le risonanze magnetiche dei pazienti affetti, che mostrano un ventricolo sinistro dall’aspetto butterato, proprio come il cestello impiegato appositamente per la pesca dei polpi.
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Sintomi della Sindrome del Cuore Spezzato
Come ogni malattia descritta clinicamente, anche la sindrome del cuore spezzato presenta dei sintomi piuttosto definiti, che possono insorgere entro pochi minuti successivi all’evento scatenante, ma anche dopo qualche ora.

Come dicevamo in precedenza, questi sintomi sono del tutto simili a quelli che indicano un infarto del miocardio. Principalmente, quindi, i sintomi della sindrome del cuore spezzato sono:
- dolore al petto, che insorge in modo improvviso ma molto intenso;
- dispnea, ovvero difficoltà a respirare;
- sensazione di svenimento.
Pertanto, quando si effettua una diagnosi, occorre essere molto accurati nell’indagine, servirsi di esami strumentali e raccogliere un’accurata anamnesi, per capire effettivamente se si tratti della sindrome di Takotsubo o di un vero infarto.
Ma quali sono le…
Cause della Sindrome del Cuore Spezzato
La sindrome del cuore spezzato ha delle cause scatenanti che riescono proprio a far luce sulla diagnosi, sebbene l’origine precisa sia ancora poco definita.
Ovviamente sono stati condotti degli studi, e quanto è emerso dimostra che la sofferenza cardiaca che si presenta in questi pazienti è effettivamente collegata in 2 casi su 3 a eventi di natura particolarmente stressante, o a un’emozione troppo forte. Ciò che risulta è pertanto che queste evenienze sembrano compromettere in qualche modo l’efficienza del funzionamento del muscolo cardiaco.
Questa correlazione può essere spiegata a livello fisiologico. Gli eventi a forte sfondo emotivo o stressante comportano un aumento esponenziale di produzione e rilascio di una particolare categoria di ormoni, detti catecolamine (ovvero adrenalina e noradrenalina).
La concentrazione eccessiva di tali sostanze può sortire un effetto peculiare in alcune presone predisposte: nello specifico, il tessuto muscolare che costituisce il ventricolo sinistro del cuore viene traumatizzato e la funzione di pompaggio del sangue subisce delle importanti alterazioni.
Non si tratta quindi di un evento che colpisce chiunque: la sindrome del cuore spezzato si attua solamente in persone che per qualche motivo sono particolarmente vulnerabili ad essa.
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Cura per la Sindrome del Cuore Spezzato
Per avviare un trattamento specifico è necessario giungere prima di tutto a una diagnosi precisa, ma fin quando questa non è ottenuta, la sindrome del cuore spezzato si cura in modo simile ai casi di infarto. Di conseguenza, inizialmente il paziente viene ricoverato in ospedale, dove riceverà tutte le cure assistenziali necessarie.

Dopo la diagnosi, invece, è possibile avviare una terapia specifica, orientata alla prescrizione (presumibilmente a lungo termine) di farmaci che riescano a sgravare il miocardio da molti sforzi e combattere l’ipotensione. Ad esempio, si assumono beta-bloccanti, ACE-inibitori, antagonisti dei recettori dell’angiotensina e diuretici.
Il trattamento si concentra, dunque, sull’assunzione di una terapia farmacologica, senza prevedere interventi di angioplastica coronarica che comportino l’inserimento di uno stent o una chirurgia come il bypass coronarico. Queste sono operazioni che si praticano per pazienti che sono stati colpiti da infarto del miocardio, che ha causato l’ostruzione delle arterie coronarie.
Inoltre, quando si esperisce la sindrome di Takotsubo, il punto fondamentale è evitare che possa ripresentarsi. A tale scopo è consigliabile contattare un esperto in tecniche di rilassamento e gestione dello stress. In tal modo sarà più semplice imparare ad affrontare in modo controllato e funzionale situazioni che potrebbero rappresentare nuovi fattori di rischio.
Dunque la prevenzione è un’ottima arma contro la sindrome del cuore spezzato, e ciascuno può trovare il suo modo ideale per gestire lo stress scegliendo tra molte strategie alternative, tra cui lo yoga, le tecniche di rilassamento muscolare, la meditazione, ma anche l’attività sportiva.
Ma sicuramente, dopo la lettura di questo testo, ti starai chiedendo…
Si può Morire di Cuore Spezzato?
Tocchiamo ora un altro nodo che si riallaccia all’immaginario comune, che fa riferimento all’espressione “morire di crepacuore”, chiedendoci se sussista un collegamento di causa-effetto tra sindrome del cuore spezzato e morte.
Precisiamo innanzitutto che la sindrome di Takotsubo è una condizione transitoria che non comporta ripercussioni a lungo termine, e solo in rare eccezioni si evolve fino a dare luogo a una cardiopatia grave.
In tali casi possono sopraggiungere delle complicazioni, tra le quali si annoverano edema polmonare, aritmie, ipotensione, fino all’arresto cardiaco. Quest’ultima condizione racchiude i casi in cui la sindrome del cuore spezzato si conclude con la morte.
Possiamo quindi affermare che la prognosi sia buona, anche se non eccellente, a patto che non si presentino ulteriori complicazioni e il paziente venga sottoposto a cure adeguate e specifiche. In presenza di questi requisiti, la persona va incontro a totale guarigione entro un mese.
Una volta avvenuta la remissione, la probabilità di recidive non è da escludersi, sebbene sia piuttosto bassa. Entro le 4-6 settimane dall’inizio delle cure, viene eseguita un’ecocardiografia per monitorare lo stato di salute conseguito grazie alla terapia.
Ma ti starai chiedendo:
Quanto Dura un Cuore Spezzato?
Recentemente sono stati fatti alcuni studi su quanto dura un cuore spezzato, ed è emerso che un cuore infranto guarisce nel giro di 3-5 mesi dal fatto accaduto, seppur ogni situazione è soggettiva ed è a se.
E ancora…
Cosa Fare Dopo che Ti Hanno Spezzato il Cuore?
La vendetta è l’ultima soluzione da attuare. Se vuoi sapere cosa fare dopo che ti hanno spezzato il cuore, continua a leggere!
- Fai sfogare la rabbia, piangi, urla: non tenere tutto dentro!
- Non essere vendicativo/a. Non serve a nulla portare rancore.
- Fai sport.
- Frequenta luoghi dove puoi stringere amicizia con nuove persone, come ad esempio un parco, la palestra o un pub.
- Non pensare a cosa sarebbe potuto essere.
- Cambia tutte le tue abitudini, svolta completamente la tua vita.
Se attuerai tutti questi piccoli step, vedrai che pian piano il dolore diverrà solo un brutto ricordo.
E analizziamo l’ultimo punto dal punto di vista della scienza:
Sindrome del Cuore Spezzato e Psicologia: Parola agli Esperti
Infine, cerchiamo di comprendere meglio in che modo sindrome del cuore spezzato e psicologia umana siano correlate, rifacendoci agli studi scientifici derivanti proprio dal mondo di questa disciplina del comportamento.
La branca che può aiutare a fare chiarezza su questo punto è quella della psicosomatica, che si occupa di comprendere e spiegare la complessa relazione che intrattengono il corpo e i processi cognitivi ed emotivi. In particolare, una ricerca in questo settore ha descritto un fenomeno che si verifica in seguito alla perdita del partner.
Il campione di soggetti partecipanti aveva subito un lutto, un abbandono da parte della persona amata, o era reduce dalla fine di una relazione sentimentale, e ha accusato un evento simile a un infarto.
Di questa patologia si presentavano anche tutti i sintomi: respiro corto e affannoso, dolore al petto. La diagnosi sembrava quindi non ammettere margine di errore, ma l’analisi delle vene coronarie non aveva rilevato problemi nel flusso del sangue, che continuava in tutti i pazienti a scorrere indisturbato.
In pratica, si trattava di un attacco di cuore simulato, che quindi non rispondeva ai farmaci comunemente somministrati in caso di infarto. L’anamnesi rivela poi che in tre quarti dei casi la persona arriva da un evento a forte impatto emotivo appena trascorso, che l’ha letteralmente travolta in una morsa di dolore.
La conclusione che si può trarre da queste osservazione è quindi che, di fatto, un lutto o la perdita di una persona amata, in un altro modo, può causare una sofferenza così intensa che ha dei riscontri sull’attività cerebrale, alterandone l’equilibrio specialmente per quanto concerne la gestione delle emozioni e del dolore.
Le aree cerebrali coinvolte, infatti, coincidono proprio con quelle che si attivano nei processi che danno luogo a una dipendenza e la mantengono in vita, e che sono responsabili della percezione del dolore, sia fisico che emotivo.
Pertanto, la sindrome del cuore spezzato si configura come una patologia psicosomatica che trarrebbe giovamento da un percorso di sostegno psicologico o da una psicoterapia, in quanto la relazione che stabilisce tra corpo e mente è molto significativa e rappresenta il nocciolo stesso della malattia.
La sindrome di Takotsubo, insomma, ci dimostra come le nostre emozioni abbiano il potere di influenzare il nostro corpo e, di più, la nostra salute.