Nell’anno della pandemia e dell’emergenza mondiale , si parla ancora di Wedding tourism, un fenomeno che risente anch’esso dell’influsso del Covid-19.
anche quest’anno si registra un calo e il settore dei matrimoni organizzati da stranieri in Italia è in crisi.
Da sempre, il territorio italiano è tra le mete più ambite per organizzare il giorno del grande Sì o l’anniversario delle nozze in Toscana, nella Costiera amalfitana, o sul magico lago di Como, o a Venezia.
Purtroppo la pandemia ha messo un duro stop al Wedding Tourism, il mercato dei matrimoni all’estero che vede il nostro Bel Paese come una delle destinazioni preferite dagli stranieri.
Le misure imposte dal diffondersi del Covid, tra cui il divieto di assembramenti e le limitazioni agli spostamenti, hanno colpito circa 75mila aziende operanti nel settore: da fotografi a gestori di location, da società di catering a flowers designers, da hairstylists a wedding planners.
I dati della ricerca della JFC parlano chiaro: il 2019 si è concluso con 9.018 matrimoni, 1 milione e 783mila presenze, per un fatturato di 486 milioni di euro. Nel 2020, solo 35,5 milioni di euro per 226mila presenze.
Le richieste, sono oggi tantissime, ma la ripresa è prevista non prima della primavera del 2022. Come si dice però, “la speranza è l’ultima a morire”.