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Emotional Vampires: i succhia energia in amore

I vampiri emozionali sono quei soggetti che vivono il rapporto di coppia come un soddisfacimento dei propri bisogni materiali

Quando si conosce una persona e ci si invaghisce di questa non è sempre facile capire chi è realmente, neanche dopo averla frequentata per molto tempo. Capita, infatti che, solo dopo anni di conoscenza, si scopre la vera identità e il vero carattere di un soggetto, che purtroppo presenta disturbi della personalità.

Con i termini Emotional Vampires, in psicologia si indica uno di questi disturbi, che caratterizza molti individui coinvolti in un rapporto di coppia. I vampiri emozionali, come sono definiti in lingua italiana, sono persone che attirano la fiducia dell’altro attraverso atteggiamenti naturali, anzi a volte troppo interessanti, per poi cambiarli quando la relazione è ben salda.

Attraverso modi di fare poco gradevoli, si approfittano del partner per soddisfare i propri bisogni quotidiani, mettendo in atto scuse e scene subdole ma, purtroppo, efficaci. In questo modo arrivano ad annullare la persona che gli sta accanto, creando un rapporto di subordinazione lontano dall’idea di amore vero e, soprattutto, assorbendo l’energia dell’altro. Il gioco risulta facile: basta solo manipolare le emozioni degli altri, renderli fragili e incapaci di reagire alle violenze psicologiche o addirittura di prendere delle decisioni personali.

Realmente essi si comportano in questo modo perché, confusi sulla propria identità, scaraventano le loro angosce sugli altri, creando un legame di dipendenza e un senso di delusione che compromette la relazione. Purtroppo i loro partner, vittime dell’abuso di potere, invece di cercare una soluzione, rimangono intrappolati nella rete sentimentale, fatta di momenti di lucidità dell’amante e di precari romanticismi, che annebbiano nuovamente la loro mente e, soprattutto, il loro cuore. Per questo motivo, esse si lasciano andare, accontentandosi di quel poco vitale che ricevono e credendo alle parole menzognere con le quali il “vampiro” le attrae a sé e alle critiche con le quali l’offende. Ciò rispecchia molto l’atteggiamento descritto dalla Sindrome di Stoccolma, manifestazione che vede la vittima invaghirsi del proprio carnefice. Al sentimento di odio, infatti si preferisce quello del perdono, accompagnato da vere e proprie dimostrazioni di affetto.

Un po’ di buona volontà non guasterebbe e aiuterebbe chi volesse uscire da una situazione complicata come quella descritta. Bisognerebbe ascoltarsi di più e dare meno conto alla persona che cerca di assorbire le energie. In tal modo, cercare di comportarsi similmente al proprio accusatore potrebbe fornire una giusta soluzione al problema, imitando i suoi atteggiamenti senza, però, infastidirlo ancora di più. Nei casi in cui la volontà sia tanta, la soluzione drastica resta solo una: l’allontanamento definitivo del vampiro, che all’inizio non ammetterà i propri sbagli, ma dopo, se non riuscirà ad attaccarsi ad una nuova vittima, si appagherà con la propria solitudine. Di tipi del genere ce n’é a bizzeffe ma non tutti presentano gli stessi sintomi e soprattutto non tutte le loro vittime riescono a cadere in trappola.

Avete mai avuto esperienze “vampiresche”? Conoscete un “Emotional Vampires”?